Siamo arrivati al tempo forte dell’Avvento ma non rimane ‘debole’ se diventa un tempo nostro che riempiamo di desideri nuovi, di impegni generosi, di scelte famigliari, di aperture del cuore che colgono tanti ‘avventi’ nella nostra quotidianità. Come Parrocchia, in sintonia con l’Unità pastorale, ci offriamo dei percorsi, ci doniamo degli stimoli, poi ognuno farà i suoi passi.
Tre piste che possiamo percorrere:
1. “Prima gli ultimi”, assieme alla Caritas, con un’attenzione ogni domenica al momento dell’offertorio della S. Messa portando generi di prima necessità in favore delle persone e famiglie in difficoltà. E’ una proposta per i ragazzi della catechesi ma è aperta a tutte le famiglie della comunità.
2. Attenzione battesimale. Nella riscoperta della gioia del battesimo ogni domenica avremo una sottolineatura liturgica. In questa prima tappa avremo l’aspersione con l’acqua benedetta che indica un cammino nuovo che inizia e che ci chiede attesa e desiderio, curiosità e ricerca, disponibilità ed elasticità, con un’immagine occhi e cuore.
3. Ogni domenica una parola chiave che ci orienta. La prima parola è VIGILA! E’ l’invito del Signore per entrare nel tempo dell’Avvento e per accogliere il dono del Natale, che, non lo dimentichiamo, continua ad essere Gesù, e nient’altro.
Con il foglietto 7 Giorni di questa settimana arriva nelle nostre famiglie il pieghevole di invito a partecipare alle feste patronali di S. Cecilia quest’anno solenni anche a motivo della ristrutturazione della nostra chiesa parrocchiale tornata alla sua bellezza originaria, oltre che a sicurezza. L’invito è a darci un’occhiata e a considerare quando ci è possibile partecipare a qualche evento fra quelli proposti. Vorremmo vivere questi giorni in un clima di festa e di riconoscenza non solo per i lavori realizzati ma ancor di più per la generosità e la fede che queste occasioni sono capaci di suscitare e far crescere.
E’ da 5 anni che stiamo camminando insieme in Unità Pastorale e con le parrocchie di Taggì di Sopra, Taggì di Sotto e Ronchi abbiamo realizzato percorsi di formazione e proposte di spiritualità che hanno vitalizzato il nostro cammino di fede: la grande Missione, le 10 Parole, l’Adorazione, tanto per citarne alcune, ma ci sono tante altre forme di collaborazione trasversale che ci hanno arricchiti tutti: percorsi giovanili condivisi (gruppi, campiscuola, grest), animazione liturgica, presenza di carità nel territorio, Iniziazione cristiana, scuole dell’Infanzia. Questa domenica ricorderemo tutto questo nelle celebrazioni eucaristiche del mattino e nel pomeriggio tutti gli operatori pastorali saranno invitati alle ore 15.00 in Santuario per un momento di riflessione e di rilancio per il nuovo anno da vivere con gli altri nella stessa fede battesimale e nell’universale chiamata alla testimonianza. Avremo tra noi don Raffaele Gobbi, direttore dell’Ufficio Missionario Diocesano. Invitati in modo particolare gli operatori pastorali ma l’incontro è aperto a tutti.
Di seguito i numeri estratti alla lotteria dei Ferai di quest'anno.
In mezzo a loro sarà la mia dimora. Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Ez. 37,27)
Questo versetto di Ezechiele mi fa ricordare anche una “dimora” altra in mezzo a voi, il Santuario di Villafranca, dedicato alla Vergine delle Grazie. Il Santuario, etimologicamente è appunto il luogo costruito dal Santo e la parola “grazia” ci rimanda al Signore che continuamente ci salva, riconcilia e rigenera la nostra vita. Questa casa ci renda tutti misericordiosi, persone generative di tenerezza e speranza.
La mia Visita pastorale, infine, si muove a partire da tre criteri: l’omogeneità del territorio, l’appartenenza comunale e la valorizzazione di collaborazioni ecclesiali già in atto. Le vostre cinque parrocchie sembrano corrispondere bene a questi criteri, nella logica di un’evangelizzazione capillare e missionaria. Le parrocchie realizzano e concretizzano umilmente l’Alleanza del Signore. Nelle pieghe della storia e dei contesti sociali, sono il segno di questo patto aperto e dispiegato a ogni persona. A livello diocesano questo è ancora il tempo della ricerca, un tempo interlocutorio per arrivare insieme, sinodalmente, a compiere, più avanti, buone scelte. Non si tratta tanto di riorganizzare e strutturare la Diocesi, quanto invece di costruire autentiche comunità cristiane, in grado di riannunciare il Vangelo, servendo il territorio. Chiedo anche a voi, come agli altri gruppi di parrocchie incontrati di riprendere questi temi, peraltro già evidenziati negli incontri della Visita.
Non ricordate più le cose passate, alle cose antiche. Io faccio una cosa nuova (Is. 43,18-19)
Chiudo con questo versetto poetico del profeta Isaia ascoltato nella prima lettura della quinta domenica di Quaresima. Siamo ormai prossimi alla Pasqua di Gesù, che rinnova ogni persona e situazione. Nella luce della Risurrezione anche noi, comunità cristiane, possiamo fare esperienza di “passaggio”: ripensarci, ripartire, ripiantare, ricostruire. Sempre il profeta ci ricorda le parole del Signore, rivolte a noi suo popolo: «Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo... Non temere, perché io sono con te». Buon festa di Pasqua, festa del passaggio, festa di una terra sempre promessa e sempre da raggiungere, festa del camminare da risorti! Don Claudio, Vescovo
Il vescovo Claudio termina la sua lettera evidenziando l’importanza vitale del Santuario della Madonna delle Grazie, presente nel nostro territorio come polmone spirituale e punto di riferimento di tanti in cerca di un ascolto, di una parola, di una speranza. Sentiamo che “la casa di Maria” come amiamo spesso chiamarlo è un luogo da curare, da rendere sempre più accogliente e capace di intercettare l’esigenza di spiritualità presente nel nostro popolo. Infine il vescovo, guardando in prospettiva, vede nella collaborazione tra le parrocchie della nostra Unità Pastorale con quella di Limena una possibile realtà ecclesiale chiamata ad una “evangelizzazione capillare e missionaria”. Nella vicinanza geografica e nella omogeneità territoriale coglie una base per un lavoro comune nei prossimi anni che dovrebbe favorire un’attenzione e una cura pastorale popolare e allo stesso tempo dinamica e ‘in uscita’ verso le persone che sempre meno fanno riferimento al vissuto delle nostre comunità. Il saluto conclusivo carico di speranza pasquale, ci ricorda comunque uno stile di testimonianza gioioso, pieno di vita che i cristiani battezzati sono chiamati a donare oggi.
Agli Organismi di comunione chiederei il coraggio di trasformare e orientare tutte le azioni e le scelte delle parrocchie in prospettiva missionaria. Il nostro tempo ci domanda, infatti, questa opzione di fondo che va attivata anche con un complessivo cambio di mentalità e l’opportuna formazione. Non possiamo più arrivare a fare e occuparci di tutto, c’è necessità di essenzializzare e di dare profondità alle nostre proposte, anche per non rischiare di essere scontati e banali. Nell’introduzione delle tracce di cammino, Il seminatore … ho scritto che la domanda più vera che possiamo farci oggi è: “Come il Signore ci sogna?”, quasi ad andare al cuore del nostro essere credenti.
In mezzo a loro sarà la mia dimora. Io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Ezechiele 37,27)
Sempre il profeta Ezechiele, ci ricorda il patto di Alleanza eterno che il Signore ha stretto con noi, quasi per porre la sua dimora sulla terra e offrire la sua amicizia a tutti i popoli.
Un’immagine viva, con cui da sempre viene disegnata nella Bibbia questa Alleanza è l’amore indistruttibile e fecondo tra l’uomo e la donna, il matrimonio.
Una caratteristica che accomuna le vostre parrocchie consiste nelle molte famiglie giovani che qui trovano casa, abitazione e si inseriscono nel territorio. Vi chiederei di esercitare una particolare cura pastorale per questi iniziali germogli di vita familiare, con tutta la ricchezza e la complessità degli inizi. Le vostre parrocchie siano case accoglienti, disponibili al dialogo e all’incontro, e luoghi dove si saldano relazioni continuative e significative. Il tesoro della fede, infatti, si trasmette solo in un contesto non anonimo e non asettico. I primi passi nel matrimonio e la nascita dei figli sono poi passaggi decisivi, da impastare con il Vangelo, perché possano risplendere in tutta la loro forza e bellezza. In tal senso i percorsi di preparazione al battesimo e quelli post - battesimali, con il contributo decisivo anche delle Scuole dell’Infanzia, sono particolarmente preziosi e da incentivare. Va posta attenzione, chiaramente, a tutte le famiglie, curandone ascolto e dialogo. Vedo positivamente gli itinerari dei gruppi famiglia, attivato nelle vostre parrocchie, lo ritengo una bella occasione per affrontare la sfida e il fascino di essere oggi sposi e genitori nel Signore. Vi chiederei uno sguardo delicato per le famiglie in difficoltà, accompagnando chi è segnato dalla ferita della separazione, avvicinando, in modo rispettoso e sapiente le nuove unioni.
Un’altra caratteristica del vostro territorio è la presenza capillare di comunità religiose femminili. Già nel testo La parrocchia avevamo collegato insieme, al capitolo 7, la vocazione matrimoniale e la vocazione alla vita religiosa. Entrambi sono grandi esercizi di fraternità. L’invocazione che nasce dai religiosi è la convinzione che il Signore da solo dà pienezza al nostro vivere. Il profumo dei consigli evangelici si esprime nella vita comune, scelta come forma stessa dell’esistenza. Vorrei chiedere alle religiose questo grande servizio di mostrarci sempre il Bene più grande, Gesù Cristo, e dall’altra parte di sostenere nell’esemplarità di vita l’esercizio, sempre molto costoso della fraternità. L’essere fratelli e sorelle è quasi un miracolo, che quando avviene qui, in terra, manifesta pienamente il volto del Signore.
Il vescovo Claudio continua a rilevare le priorità a lui care, come ad esempio il mondo delle famiglie e in particolare le giovani coppie e chi fa dei percorsi di preparazione al matrimonio o gruppi famiglie che camminano insieme per una formazione e un accompagnamento impastato di amicizia e di sostegno reciproco.
Incoraggia una effervescenza già presente ed attiva perché non si perda questa ricchezza, anzi cresca con l’attenzione a chi è in maggiori difficoltà per i più svariati motivi.
In questo senso sentiamo importante ridare forza ai vari gruppi famiglie e senso ai percorsi genitori di Iniziazione Cristiana. Si fa accenno anche alla preziosa presenza delle religiose in mezzo a noi, che ci richiamano l’essenziale dimensione della fraternità nella vita cristiana e ancor più l’essenziale riferimento a Cristo, relazione che fondamenta la vita di ogni cristiano battezzato, che va alimentata con la preghiera, l’incontro, l’ascolto, la carità.
Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto (Isaia 65,21)
Questo versetto del profeta Isaia ci fa pregustare l’ampia gamma di “promessa” insita in tutto il testo biblico.
Quello che noi occidentali chiamiamo “il senso”, nella Bibbia è promessa: il Signore promette per noi e compie la sua promessa.
La nostra vita si compie allora sempre in avanti, c’è un inedito, un altrove, un oltre che continuamente ci spinge, ci muove, ci rende capaci di desiderio.
La promessa del Signore la sentiamo rivolta allora particolarmente alle nuove generazioni e ai nostri giovani.
In tutte le vostre parrocchie ho trovato molte proposte per i giovanissimi, con la guida costante dei preti e degli educatori.
L’età dell’adolescenza domanda molta attenzione e gratuità, anche perché qui emergono le grandi domande e interrogativi dell’esistenza.
Vi chiederei anche particolare attenzione per i giovani dai 18 anni in avanti, quelli interessati dal Sinodo e dal post Sinodo.
Nelle sintesi dei vostri gruppi sinodali, come pure nella Visita, ho colto alcune indicazioni dei giovani stessi, sulle quali vi chiederei di sperimentarvi:
cammini formativi di qualità, anche non continuativi; persone che sappiano accompagnare; le chiese come oasi di spiritualità; proposte ricentrate sul Signore e il Vangelo e non solo verso occasioni aggregative o di festa.
Incoraggio quindi le parrocchie a inventare e maturare con i giovani stessi, esperienze e occasioni formative e di crescita, investendo anche le migliori risorse
per accompagnarli e sostenerli.
Proprio in questi giorni è uscita anche l’Esortazione apostolica “Christus vivit”, che raccoglie il lungo lavoro del Sinodo della Chiesa mondiale sui giovani.
Affido alle parrocchie e ai giovani le prime avvincenti parole di papa Francesco: «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo.
Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!».
Nel cuore della lettera, subito dopo il tema dei ministeri laicali e del ministero ordinato, il vescovo Claudio dedica tutto un paragrafo al mondo giovanile, a lui caro.
L’invito è di continuare a offrire spazi e percorsi formativi per le nuove generazioni, specialmente dai 18 anni in poi (fascia sinodo).
Le proposte in realtà non mancano, si tratta comunque di avere il coraggio di offrire iniziative nuove che possano intercettare le nuove sensibilità e situazioni
in cui vivono i giovani oggi, senza dimenticare la dimensione della spiritualità e della missionarietà.
Quest’anno cercheremo in particolare di rilanciare il gruppo Giovani di Unità Pastorale (dai 19 ai 29 anni) con nuove modalità di percorso.
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